Ci si può avvicinare a una professione in tanti modi: la passione la si può scoprire dopo lo studio, un approfondimento, per merito di un maestro capace, per una coincidenza di accadimenti. Nel mio caso il disegno e prima ancora il segno mi hanno sempre affascinato sin dai primi anni scolastici. Il mio disegnare era considerato superiore a tante altre discipline percui già a 6 anni anche nei giochi io ero il disegnatore, se qualcuno aveva bisogno di fare un disegno chiamava me, così mi convinsi che disegnavo bene e a 16 anni cercai di approfondire l’ambito pubblicitario.

Nel 1970 pensare alla pubblicità in un paesino sperduto del varesotto era una sorta di sogno incoscente. Milano distava 25 km e almeno 4 mezzi pubblici da prendere sia per andare che tornare e costi che in famiglia non si potevano sostenere.

Mi rassegnai a setacciare la zona, tutto sommato abitavo in un triangolo comunque molto dinamico e già molto industriale: Busto Arsizio, Gallarate, Legnano. Se c’erano quasi un migliaio di addetti nel settore tipografico e già erano guardati con rispetto, nel campo grafico “il triangolo” offriva poco più di una dozzina di posti, scuole pubbliche nessuna, private una e serale, ma mi iscrivo. Quindi cominciai a bussare a varie porte: grafiche, tipografiche, cartellonistiche. Bussa e ribussa nel 1972 divenni ragazzo di bottega di un piccolo studiolo grafico a Castellanza: Studio Emme dal nome del suo titolare Luciano Marabese.



Luciano Marabese

Personaggio singolare dotato di un talento eccezionale per il disegno, ed in particolare per il disegno meccanico tecnico, disegnava auto e moto come noi umani beviamo un bicchiere d’acqua, non aveva fatto nessuna scuola di design ma la sua  penna correva sul foglio con una precisione fotografica, millimetrica,impossibile eguagliarlo, ti sentivi sempre a disagio nel confronto. Quando lo incontrai nel 1972 aveva da pochi anni avviato il suo studio in Castellanza, era sempre elegante nelle sue creazioni, ma grafica e pubblicità gli stavano stretti, tanto che agli inizi degli anni ’80 avviò il suo primo laboratorio di design per piccole moto e qualche anno dopo diventò una firma importante per le maggiori case motociclistiche italiane: Piaggio, Gilera, Aprilia, Moto Guzzi ricevendo numerosi riconoscimenti e disegnando moto di successo.